Chiesa S.S. Trinità

chiesa-della-trinita-1925       100_1421       nuova-trinita-1      nuova-trinita-2                                                                                                                                                                                                                      29-10-2016-inaugurazione-restauro-Chiesa-SS.-Trinità

Estratto da M. CANALI, L’Oratorio della SS. Trinita’ di Pernate. Note di storia minima, in “Novairien.” 34 (2005) pp.222-245
CHIESA della SS. TRINITA’ di Pernate
I primi documenti che indicano come luogo di culto eretto sotto il titolo della Santa Trinità portano la data del 1347. I dati ricavati, dunque, lasciano supporre che nella prima metà del secolo XIV, a Pernate, esistesse un edificio intitolato alla Santa Trinità. Già attorno al 1100 ci fu una grande diffusione in Occidente della festa della Santissima Trinità, cosicché fra il secolo XI e il 1347, si colloca la fondazione di questo edificio. Qualche notizia intorno alla costruzione si data alla fine del secolo XVI e al principio del seguente. E’ il Vescovo Cesare Speciano, il primo che ne parla durante la sua visita pastorale del 7 giugno 1590. Il vescovo Bascapè, il 23 aprile 1596, parla descrivendo la cappella della Trinità (aperta, senza tetto, pavimento e altari) sembrava l’inizio della costruzione. A metà del secolo XVII la Chiesa della Santissima Trinità fu completata. La descrizione del vescovo Giulio Maria Odescalchi, datata 23 aprile 1657, prende atto di una situazione definitiva. L’ancona (o pala) dell’altare è costituita dall’immagine della Beata Vergine, dipinta sulla parete con altre pitture; di fianco ad essa, Salomone e dall’altro lato il re Davide. Sull’arco trionfale era invece raffigurata la Santissima Trinità. Lateralmente all’altare vi sono dipinti sul muro le immagini di San Rocco e di San Giuseppe. Interessante aggiungere quanto nota il cancelliere anche il possesso del piccolo sagrato, appartenente ancora oggi alla chiesetta. Negli atti del 1845 non si segnala nulla di mutato e che l’edificio si trova in buono stato: Si canta messa nel giorno della SS. trinità e di San Rocco e si fa la benedizione degli animali. Una nota importante riguarda il secolo XIX: l’edificio fu adibito a lazzaretto per curare le epidemie petecchiali, che falciarono la popolazione. Dell’uso ospitali ero è rimasto il ricordo sicuro dell’epidemia di tifo nero, che colpì nel 1817-1819. Con tale violenza gli abitanti di Pernate da non permettere il trasporto all’Ospedale Maggiore di Novara, determinando la decisione di adibire appunto quest’oratorio, collocato in centro paese, alla cura degli infermi, funzione che cessò il 13 agosto 1818, quando la chiesa fu restituita al suo normale culto. Memoria visibile di ciò, può essere osservata sulle balaustre, che recano, ancora oggi impresse, le corrosioni dei medicamenti usati nella cura di questi mali. Conosciamo, dalle visite pastorali e dagli atti di collocazione conservati, i nomi di tutti i cappellani che si succedettero in tre secoli. Oggi la seicentesca facciata ha un’unica porta d’accesso, con battenti in rovere che recano marchiato <<Con (fraterni) ta del S (antissimo) S (acramento)>>. Immediatamente sopra la porta principale, ormai consunto dai rigori del tempo, il dipinto raffigurante la SS. Trinità: s’intravede l’Eterno Padre, da cui spira lo Spirito Santo; che raccoglie l’ultimo grido del Figlio, morente sulla croce. Nel timpano, coronato da una croce di ferro, si scorge la dedicazione D (eo) O (ptimo) M (aximo). Le tracce di pittura fanno presumere che l’intera facciata fosse dipinta in giallo, con le riquadrature rosse, ulteriormente rimarcate in nero. Tutta la decorazione attuale, realizzata tra la metà del secolo XVIII e la prima del secolo XIX, prende corpo dal cartiglio centrale, circondato da foglie, che reca le parole <<de Maie V (irgi) ne Trinitas gloriam accipit>>. Elemento centrale è dunque la Divina Maternità dell’ancona dell’altare, quindi ai lati seduti, il profeta Isaia e l’apostolo Giovanni. Entrambi cantano il mistero della Santissima Trinità, dipinta nell’arco trionfale. Ai lati del presbiterio come già detto le raffigurazioni di San Giuseppe e di San Rocco, santi invocati negli episodi epidemici e memoria certa degli episodi petecchiali verificatisi nel borgo. L’arredo è costituito attualmente da banchi di noce tardo settecenteschi, appartenenti alla chiesa parrocchiale.